venerdì 3 agosto 2007

Muti, il piffero e la riabilitazione

il Maestro Riccardo Muti (foto Marco Anelli www.marcoanelli.com )
Non mi è mai capitato di parlare in modo diretto di avvenimenti che accadono sul mio lavoro, o peggio di notizie in stile gossip.
Questa volta farò un’eccezione. Poco tempo fa ho avuto modo di lavorare con il Maestro Riccardo Muti. Eravamo tutti in soggezione per il suo arrivo: da molti viene descritto come un personaggio duro e burbero. Devo dire che con noi non è andata così: è stato molto disponibile e collaborativo.
Ma non è per questo che ho scritto il post. Finito il lavoro il Maestro Muti si è ulteriormente trattenuto con noi e ha iniziato a parlare di musica, soprattutto di cultura musicale. Qui parlando del rapporto tra musica e scuola ecco la frase che mi ha folgorato “basta con questo piffero a scuola, basta con questi poveri bambini con ‘sti pifferi: proponiamogli l’amore per la musica, per l’ascolto…” (per una correttezza d’informazione queste non sono le testuali parole del Maestro ma una mia interpretazione a distanza di qualche giorno).
La folgorazione c’è stata perché mi sono rivisto bambino quando odiavo quel maledetto piffero. Facevo già fatica a fare “barilla”, come esame di terza media portai con grande fatica “eurovisione”. Ed ora cosa accade davanti a me: uno dei più grandi Maestri d’Orchestra al mondo che denigra uno dei principali strumenti di educazione musicale italiana. Per me è stata una grande riabilitazione: se Riccardo Muti ha detto che il piffero è una grande bufala allora il mio odio infantile verso quello strumento non era un fatto di negligenza; forse di lungimiranza? Forse erano i miei compagni in torto che si sporcavano le mani suonando quello strumento?
Oggi, a distanza di vent’anni da allora, finisco il lavoro, torno a casa felice e un po’ incazzato per non essere ancora lì sui banchi e poter dire: voi non sapete cosa mi ha detto Muti…

2 commenti:

Marius ha detto...

Grande Michele,

che cosa illuminante hai scritto!
Banalizzando (ma non molto) verrebbe da dire: scuola del piffero.
Da insegnante potrei citare a valanga un'infinità di stereotipi didattici, alcuni spacciati per "avanguardie tecnologiche" (si pensi all'ora di informatica coi processori 486?!), comunque tutti esiziali per la crescita culturale di ogni individuo.
Il discorso a questo punto diverrebbe lungo e doloroso; mi fermo qui.
Ahimé i più grandi sono fuori dalla Scuola e, forse, non è un caso.

Salutoni
mario de benedictis

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti,

io ho trovato 4 DVD sopra BODYPERCUSSION, lo ha fato un spagnuolo in 2001.

www.percusion-corporal.com

e anche un BLOG:

http://percusion-corporal.blogspot.com/

anche publicazioni importanti:

ROMERO NARANJO, Francisco Javier: „Propuestas didácticas en base a los
sistemas Bodypercussion y TA KE TI NA“. Música y Educación. Año
XIV, 3 – Núm. 47 – Octubre 2001. Madrid. Pág. 37 – 50.

ROMERO NARANJO, Francisco Javier: Body music! Body percussion!
Didáctica de la percusión corporal.
Música y educación: Revista trimestral de pedagogía musical,
ISSN 0214-4786, Año nº 19, Nº 68, 2006 , pags. 49-88

ROMERO NARANJO, Francisco Javier: “Bodymusic – Bodypercussion.
Propuestas didácticas sobre psicomotricidad rítmica”.
Música y Educación. Año XVII, 4 – Núm.
60 - Diciembre 2004. Madrid, 2004