domenica 21 gennaio 2007

Orgoglio e pregiudizio


Mi è capitato di leggere sul numero di gennaio di Correre una lettera di Lunetta Masi. Ve la trascrivo interamente perché devo dire che mi ha colpito molto e la condivido pienamente
" Non sono una podista ma sono molto vicina al mondo della corsa come spettatrice, tifosa e aiuto-organizzatrice di manifestazioni sportive. Mi capita quindi, spesso di leggere la vostra rivista e di apprezzarla per le storie di sport e vita che vengono raccontate, anche se proprio una di queste ha sollevato la mia vena polemica. Sarà stato l'incipit letterario (la metafora con l'Alfieri) a spronare maggiormente il mio spirito critico, deformazione professionale. E' che ho un'idea molto diversa dello sport rispetto al modello impersonificato da Monica Carlin, un'idea più terrena e umana. Insomma vorrei tutelare la sfera della corsa, anche di quella più lunga, da giudizi e soprattutto da pregiudizi che spesso la relegano alle imprese sovrannaturali, con la ferma convinzione che sia uno sport di tutti e per tutti. Le innumerevoli "fatiche" della "super" Carlin, che dorme cinque ore per notte, si allena con rigore due volte al giorno, lavora 13 ore, salta i pasti, fa 400km (42km di corsa e i restanti in bici) in un sol dì, oltre a sollevarmi dei dubbi e delle riserve riguardo alla composizione della giornata (che mi sembra ancora fissata a 24 ore), mi atterrisce, mi spaventa. Che tipo di sacrifici si è disposti a fare per "la libertà di confrontarsi lealmente"? E la cosa che mi spaventa di più è che non si ha la coscienza di questo sacrificio... che anzi il tutto venga definito una tecnica, cioè una serie di azioni programmate al fine di raggiungere un obiettivo; un procedimento razionale: "l'approccio giusto" come lo definisce la stessa Carlin. A sostenere, quindi, che questo approccio alla vita severo e segregante sia il modo giusto che permetta la brillante ed entusiasmante carriera professionale e sportiva della campionessa. Non è così, a mio modesto parere questo è un modo sbagliato di vivere lo sport, perché il cibo masticato quando capita, la vita sociale che sembra coincidere con l'attività professionale, l'amore sentito come restrizione della propria libertà personale, tutto questo non rende necessariamente campioni nelle maratone o nelle ultra, come non lo rende nella vita. E' solo un modo di dare poco valore al proprio tempo, che passa e non si recupera. Il fine non giustifica i mezzi, neanche nella corsa. E' così triste leggere che una sportiva salti il break del pranzo, come che faccia una cena fugace prima di andare a dormire, accreditando questi comportamenti come azioni coerenti a un procedimento logico e razionale, che ricorda le tante ragazze che per diventare belle e magre (il loro obiettivo) smettono via via di mangiare. Anche la loro è una scelta, "nessun sacrificio, anzi un piacere", che credono controllabile, basta un po' di "tenacia e voglia di riuscire". Ma piano piano, si perde il senso e quello che era un obiettivo nella vita diventa l'obiettivo della vita. Le maratone, come le ultra, sono sfide straordinariamente difficili, ma imprese estremamente umane, per affrontare le quali, anche per chi le vince, non è richiesto limite alla propria vitalità (che anzi ne verrà esaltata), o le proprie relazioni sociali e i propri comportamenti alimentari. Lo sanno molti podisti che hanno coscienza dei propri sacrifici, sanno a cosa rinunciano in ogni momento e quanto queste rinunce pesino, sanno quanto è difficile coniugare lavoro-famiglia e sport e si ingegnano alla ricerca di un equilibrio per non lasciare niente indietro, poiché tutto ha un importanza per la formazione umana, poiché tutti sono obiettivi per vivere felicemente, per dare senso a un tempo che passa. Perché l'Olimpo è di pochi e non è per gli umani, neanche per quelli che sembrano divini. Ma il paradiso terrestre è di tutti."

1 commento:

Anonimo ha detto...

Che bella lettera! Scritta poi da chi runner non è.
La saggezza è davvero nell'equilibrio. E Lunetta dimostra di averne.
Sai Miche'? L'articolo mi era pure sfuggito (compro Correre regolarmente). Grazie di cuore per la segnalazione.